Incontro con Živa Kraus, figura carismatica di artista e gallerista croata naturalizzata italiana. Insieme a lei partecipano lo scrittore, critico letterario e storico dell’arte, traduttore di lingue slave, Silvio Ferrari e la critica d’arte contemporanea Viana Conti.
Figura di pittrice, disegnatrice, ricercatrice precoce sull’area del linguaggio internazionale fotografico, Živa Kraus nasce a Zagabria da famiglia ebraica , dal 1971 risiede e opera a Venezia, città in cui fonda nel 1979 Ikona Photo Gallery – nome che ne restituisce la potenzialità di immagine sacrale – la prima galleria d’avanguardia fotografica a Venezia, inizialmente a San Marco Ponte di S. Moisè, successivamente in Campo del Ghetto Nuovo, Cannaregio; nel 1989 fonda Ikona Venezia International School of Photography.
Donna e artista irriducibile, Živa è un nome che, nella mitologia slava, significa vita, esistenza: un nome dunque in cui è già scritto un destino. Una pubblicazione, intitolata Živa Kraus Artista – Pièces Uniques, Maree editore, documenta la mostra personale in Spazio Unimedia – Contemporary Art Genova, e traccia un percorso degli straordinari incontri con artisti, star della fotografia, critici d’arte, direttori di musei, docenti universitari, scrittori e poeti, registi e musicisti, che hanno segnato la sua vita come, per citarne solo tre, a titolo d’esempio, Peggy Guggenheim, Gillo Dorfles, Alberto Moravia. Di lei Alberto Moravia scrive, presentandola in mostra: «Kraus è una realista dell’invisibile, né di più né di meno di quanto siano realisti del visibile un Courbet e un Guttuso, 1979».
Si percepisce nell’opera e nella vita di Živa Kraus il paradigma del viaggio come archetipo del nomadismo.