Francesco Barasciutti | Spazialità minima


Dal 21 aprile al 17 luglio 2021

IKONA Gallery – Campo del Ghetto Nuovo 2909, 30121 Venezia – Italy

Ikona Gallery - Francesco Barasciutti - Spazialità minima - Opera 58
Ikona Gallery – Francesco Barasciutti – Spazialità minima – Opera 58

Siamo di fronte a una prova di forza tra mezzo fotografico e luce: chi dei due deciderà della definizione dell’immagine? Le opere esposte in questa mostra riflettono sullo spazio che presenta gli oggetti cartacei, che si crea da questi stessi oggetti in rapporto con la luce, il colore, la semplicità delle forme e le loro ombre.
Lo spazio e la luce creano le condizioni minime per la rappresentazione delle forme create dai nastri di carta, non solo grazie alla loro presenza fisica, ma grazie anche a ciò che questa loro presenza impedisce alla luce, creando ombre che a loro volta generano altre forme in unione con la materia che le ha create.

Spazialità minima: Francesco Barasciutti

La mostra Spazialità minima di Francesco Barasciutti riflette sulla presenza-assenza dell’elemento più importante per la realizzazione di una fotografia: la luce. Questa è la grande protagonista che illumina oggetti, crea ombre, esalta colori, appiattisce superfici. Lo studio di questo elemento, uno dei pilastri su cui Barasciutti basa tutta la sua pratica fotografica, si combina con la semplicità delle geometrie costruite tramite nastri cartacei, unici oggetti che occupano lo spazio, che lo plasmano in quanto con la loro presenza creano angolature, concavità, costruzioni che modificano l’abbagliante fondo bianco su cui sono presentate.
La serie è costruita da geometrie semplici, basilari, essenziali che richiamano le figure del quadrato, del cerchio, del triangolo, non solo nella loro fisicità, ma anche come proiezioni in ombre, occupando doppiamente lo spazio: quello presente, della loro figura concreta e quello adiacente, generato dal suo incontro-scontro con la luce.
Una luce assoluta forma dei cromatismi assoluti. I rossi accostati ai blu elettrici e al bianco della superficie si schiariscono in arancioni intensi; il verde brillante si spegne e si fonde con il nero delle ombre per creare poliedri illusoriamente sospesi nel vuoto; un vuoto che può assumere i caratteri del candido nulla, fino a richiamare porpora accesi e i blu avvolgenti che comunque mantengono, in rapporto alle forme e alle ombre, la loro funzione di sfondo, di “vuoto fluttuante”.
Barasciutti afferma di essersi ispirato ai papiers découpés di Matisse e alle sperimentazioni visive inerenti al Bauhaus. Vengono esaltate le proprietà fotografiche intrinseche al mezzo, reintroducendo l’imprevedibilità della composizione. Infatti, come affermato da Angelo Maggi, co-curatore della mostra insieme a Živa Kraus, Barasciutti intende realizzare delle immagini che richiamino la vera etimologia della parola fotografia: “scrittura di luce.”
La mostra è parallela a un workshop di fotografia che Barasciutti ha intrapreso con gli studenti dell’Università IUAV di Venezia: Spazialità Minima, An Ongoing Project (21.04-11.07.2021). Il workshop è tenuto dal Prof. Angelo Maggi.

Francesco Barasciutti

Francesco Barasciutti nasce a Venezia nel 1969. Figlio d’arte e fotografo professionista dal 1987, si dedica al ritratto, allo still-life e al reportage. I suoi lavori sono stati esposti alla 46° Biennale di Venezia del 1995 ed alla 54° Biennale di Venezia del 2011. Nel 1998 vince il premio Kodak European Portrait Gold Award come migliore fotografo ritrattista d’Italia. Collabora con diverse riviste internazionali. Ha insegnato Ritratto Fotografico presso la Fachhochschule di Münster ed è stato docente di Fotografia presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Sue fotografie sono conservate presso il National Portrait Gallery di Londra e nel Fondo Italo Zannier della Fondazione di Venezia. Dal 2012 ha iniziato una sperimentazione nel campo della percezione visiva, fotografando semplici forme geometriche costruite con ritagli di carta colorata (Spazialità minima). Nel 2018 il Rotary Club di Venezia gli conferisce il Premio alla Professione «… per le straordinarie capacità dimostrate utilizzando un mezzo espressivo tanto affascinante come la fotografia.» Nel 2019 Gabriella Liva dedica un saggio di ricerca alle sperimentazioni di Spazialità minima per il 41° Convegno Internazionale dell’Unione Italiana per il Disegno.