Si possono ammirare gli scatti del celebre fotografo Damir Fabijanić (nato nel 1955) in dialogo con i disegni di Ljubo Ivančić (1925-2003), uno dei pittori croati più noti del XX secolo. Anche se le fotografie e i disegni sono molto diversi ad un primo sguardo, essi condividono la stessa poetica, come svela questa mostra che li confronta e collega. L’attenta selezione delle fotografie di Damir Fabijanić si concentra su una sua serie dedicata alle ville rinascimentali (costruite fra XV e XVI secolo) dell’ex Repubblica di Dubrovnik, e realizzata tra 1994 e 1995 quando ancora queste, malgrado le distruzioni belliche, godevano dei loro ultimi giorni di serenità. Nada Grujić, autrice di importanti pubblicazioni in merito, scrive: “il concetto del godimento è ciò che ha differenziato queste ville dalla vita quotidiana di campagna”, e aggiunge che gli impulsi letterari, filosofici ed estetici sono stati fattori determinanti nella loro edificazione. Queste ville con le loro viste, con le decorazioni architettoniche e con i giardini, sono i soggetti delle fotografie di Damir Fabijanić, che con il carattere riflessivo del bianco e nero si sofferma sulla loro bellezza arcadica mostrando momenti di quiete congelati nel tempo. Anche se in forma diversa, la natura si presenta anche nei disegni di Ljubo Ivančić, “il più importante pittore esistenzialista” secondo Zvonko Maković.
Ivančić è invece un esempio di artista croato e mediterraneo che nelle sue opere studia i diversi aspetti del valore e del significato dell’arte, e il ruolo dell’artista stesso. Con questa mostra della serie “Memory for the Future” che segna i quaranta anni di attività di Ikona Photo Gallery, Živa Kraus mira a decodificare i significati e le possibilità del futuro. La mostra nasce in contemporanea con la cinquantottesima Esposizione internazionale d’Arte La Biennale di Venezia e quasi come dialogasse con il tema, “May You Live In Interesting Times”, questo progetto fa un passo indietro verso l’Arcadia del passato espressa nelle fotografie di Fabijanić, e, assieme con i disegni di Ivančić, tiene a mente il bisogno sempre attuale di valorizzare l’artista come individuum e la fotografia e i disegni come tecniche competitive, autonome, didattiche e riflessive.