Shira Horesh & Yafit Reuveny | mother water, mother mud
Dal 03 aprile al 05 maggio 2022
IKONA Gallery – Campo del Ghetto Nuovo 2909, 30121 Venezia – Italy
Una mostra di Shira Horesh e Yafit Reuveny, a cura di Marta Blanchietti, Vittoria Brachi, Eleonora Da Col e Leopoldo Zampiccoli.
Una raccolta di meditazioni sul potere creativo-distruttivo della voce, delle acque e del femminile. Riflessioni che muovono dalla Laguna, come forza ancestrale, un agente di erosione e sedimentazione che smaschera la natura effimera dell’antropico.
Aperto dalle 11.00 alle 19.00 – chiuso il sabato
Inaugurazione Domenica 3 Aprile 2022 alle 12.00
Madre acqua, madre fango, meditazioni intonate con la laguna
Madre acqua, madre fango è un progetto che scaturisce da dei dialoghi intrecciati tra due sponde del Mediterraneo.
Partendo da due interviste con le artiste Shira Horesh e Yafit Reuveny, questa sorgente nascente si è inevitabilmente riversata in una mostra multi-sonora, ospitata negli spazi della galleria in Ghetto nella primavera 2022.
Fili di memoria legano le artiste a Ikona, da quando entrambe hanno preso parte a un programma di residenza presso la galleria in collaborazione con la Scuola d’Arte Musrara di Gerusalemme. A seguito del loro soggiorno avevano già esposto in una mostra collettiva da Ikona nel 2017. Ripartendo dall’esperienza delle artiste in questa città, madre acqua, madre fango riflette su come i motivi sonori della Laguna hanno risuonato sia con i loro lavori precedenti sia con quelli successivi.
Queste reminiscenze riecheggiano e risuonano nel tempo e si insinuano nella nostra esperienza presente. Queste voci, come onde, erodono una nostra certa stabilità e modellano nuove forme di collettività. Talvolta con violenza, talvolta calme, s’infrangono contro ogni resistenza, sospingono materia fresca in una corrente dall’abisso alla superficie, la accumulano sulla riva, dove le mani modellano nuove forme che il fuoco porta alla vita.
Attraverso opere multimediali (suoni, immagini, performance) la mostra trasporta l’attenzione dei sensi lungo un flusso ascendente, cadenzato dall’espandersi e ritirarsi delle onde. Queste esperienze si dispiegano al visitatore in una serie di atti ciclicamente interconnessi, in un gioco di riflessioni e rifrazioni.
Scendendo in profondità verso gli abissi subconsci della nostra identità, riemergono in superficie le voci del quotidiano e del mitologico. Nella pratica di Reuveny, queste echi si accumulano in complesse opere sonore, intrecciandosi nelle trame di nuovi arazzi, “dove la femminilità assume rappresentazioni molto più ampie, colorate e potenti”. Canti, mormorii e rumori diventano così un modo altro di essere nello spazio ed entrare in relazione con noi stessi, gli altri e l’ambiente che ci circonda.
Nel “punto di incontro tra il desiderio di ancorarsi e la natura del cambiamento e del movimento” si svolgono i rituali di Horesh. Il corpo umano si fa ricettacolo, terra-cotta, nient’altro che argilla temprata dal fuoco, fango che assume nuove forme, “pronto ad essere riempito e riflettere la luce altrui”.
Nel suo lavoro parole e gesti tracciano un nuovo spazio sacro, in cui ci viene data la possibilità di ri-definire come siamo presenti nel momento, agiamo e ricordiamo, in un rituale condiviso, “una sinergia di meditazioni”.
Se Venezia è una casa e un tempio, Ikona diventa un piccolo santuario personale, dove sondare le profondità di noi stessi, dove il canto e la meditazione prendono corpo, dove ri-pensare e ri-modellare chi siamo e come esistiamo, insieme a, e in relazione con, le acque della Laguna.
Shira Horesh
Shira Horesh è una poetessa, artista e terapeuta olistica israeliana. Vive ed opera a Haifa, dove lavorando al suo attuale progetto The poetry of the Unseen, un centro pulsante di osservazione comunitaria. È anche membro del duo noise elettronico ZeroOne e del gruppo Pyramid.
Ad oggi ha pubblicato tre libri di poesie: Lech Lecha (2020, ed. Y. Biton), 11:11 (2018, ed. A. Ben Ari), e All Superstitions (2015 ed. Y. Ben-Moshe).
Il suo lavoro di artista riguarda principalmente lo studio dei rituali e delle diverse culture. Interseca testi, suoni e performance attraverso collaborazioni con musicisti, architetti e ballerini. Negli ultimi anni ha preso parte a residenze artistiche in tutto il mondo, lavorando con comunità a Bruxelles, Francia, Georgia, Israele e Turchia. Nel 2017 è stata a Venezia per un programma di residenza presso IKONA. In precedenza ha trascorso un periodo in un monastero Zen in Giappone, dove ha scritto la sua terza opera, un libro multimediale con grafiche e poesie Haiku e Koan.
Shira si è laureata nel 2013 presso il Dipartimento di Fotografia di Musrara, la Scuola multidisciplinare di arte e società di Naggar.
Yafit Reuveny
Nata nel 1982, Yafit Reuveny è una musicista e paesaggista sonora di Gerusalemme, compositrice di musica elettroacustica e di field recording site-specific, il cui lavoro si interroga su tematiche legate alla femminilità, all’identità e alla memoria.
Si è laureata cum laude al Dipartimento di Nuova Musica di Musrara, la Naggar Multidisciplinary School of Art and Society (2006). È anche vocalista e chitarrista, co-fondatrice della Jerusalem Sound Gallery, e vincitrice del Jerusalem Mayor Prize (2006).
Reuveny ha presentato i suoi lavori in Europa e in Israele tra cui la galleria IKONA di Venezia, il festival internazionale di Audioarte di Berlino, “Radiophrenia” di Glasgow, UK, il Museo d’Arte di Tel-Aviv e il festival internazionale MusraraMix.